Il Cinema

In Italia e nel mondo, attorno al volo, c’è ormai tutto quello che serve a un insediamento duraturo nella cultura, a partire da una attenzione sempre più sollecitata. Opera infatti a questo fine oltre alla stampa, limitata nella diffusione, il medium che consente di allargare a dismisura la folla degli spettatori. Il cinema permette anche a chi non è presente di vedere volare gli aeroplani. Bleriot sulla Manica, i piloti di Reims e di Brescia sono altrettanti soggetti di produzione (tutte del 1909) della Pathè inglese e delle Manifatture Cinematografiche Adolfo Croce & Co.. Tanto che il cinema di finzione prova subito (1910) grazie alla francese Gaumont, con Ach! … Da fliegt ein Aeroplan (Ah! … Là vola un aeroplano), titolo dell’edizione tedesca superstite, a puntare sugli effetti comici della passione universale per il volo: la gente dimentica quanto sta facendo a tal punto che il risultato è il caos.

Quella passione giustifica il fatto che dal romanzo aviatorio dannunziano saranno tratti due film dallo stesso titolo, uno nel 1916 e l’altro appena quattro anni dopo. L’immagine dell’aereo che D’Annunzio offre ai lettori è positiva, pur essendo superata in quanto lo vede ancora come prodotto artigianale (e qui ha ragione) che imita il volo degli uccelli (cosa che non può essere). Aderente alla realtà quando sottolinea la capacità dell’aeroplano di fare dell’esperimento del volo una rappresentazione capace di attirare la partecipazione di un pubblico di massa, lo è ancora di più in relazione alla funzione che il volo scopre di avere. Quella militare per esempio.

 

PAGINA 10

Elsa Andersson
1897-1922

Nella Nuova Arma del 1905, che per ragioni anche cronologiche non dovrebbe trattare dell'aereo, l'unico mezzo volante positivamente nominato è il dirigibile, in realtà gli aeroplani sono messi in scena con stupefacente chiarezza.

Mario Morasso (1871-1938) fu lo scrittore, che per primo, paragonò la bellezza di una locomotiva in corsa a quella della celebre Vittoria di Samotracia del Louvre.

Visita gli altri siti del Circolo del 72

Testo di: Fortunato Minniti, da: L'Aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale, Atti del Convegno, Roma 21-22 novembre 2007

Elsa Andersson Figlia di un agricoltore, Elsa Andersson nasce nel 1897 a Strövelstorp, in Svezia. Un’infanzia difficile - perde la madre a sei anni e il fratello maggiore emigra in America - contribuisce a formarne il carattere forte e determinato. Nel volo non vede soltanto un’avventura meravigliosa, ma anche l’opportunità di sottrarsi a un destino che la vorrebbe moglie di un altro agricoltore, poco per le sue aspirazioni. Impara a pilotare un aereo a vent’anni e ottiene il brevetto svedese n. 203. Al volo chiede ancora di più e si trasferisce in Germania per apprendere le tecniche del paracadutismo. Rientrata in patria, muore tragicamente nel 1922, a 25 anni, al suo terzo lancio ad Askersund, sotto gli occhi inorriditi di migliaia di persone. Le sono stati dedicati un obelisco nel punto esatto in cui si verificò l’incidente, un film e un romanzo.

×