I problemi dell'aeronavigazione
La militarizzazione procederà spedita negli anni seguenti, durante la terza fase per intenderci, con le operazioni italiane in Libia e quelle di tutti i belligeranti sui fronti della Grande Guerra,
in parziale sovrapposizione all’esaurirsi della seconda, nella quale scrittori e pittori trasferiscono su carta o su tela questa realtà di troppo recente e incerta definizione e proposizione per rendere
facile e immediatamente persuasivo il loro sforzo. Occupiamoci ancora dunque, di questa seconda fase per poterla abbandonare tra poco senza rimorso. Non possiamo rinunciare infatti ad altri momenti del 1910,
che si aggiungono a quelli già descritti. E’ l’anno della grande diffusione a livello popolare del volo. Si organizzano grandi meeting negli Stati Uniti a Los Angeles, Boston e New York, in Europa sono più
di venti: da Barcellona a Budapest, da Berlino a Bruxelles e poi a Ginevra, Lione, Monaco di Baviera, San Pietroburgo. In Italia a Bologna, Firenze Verona e Milano, dove a settembre si svolge un Circuito
aereo internazionale che triplica l’ammontare dei premi in palio rispetto al primo di Brescia, e vede tra gli spettatori il re, in abito civile di foggia sportiva, accompagnato della inseparabile macchina
fotografica. In questa occasione, probabilmente, Marinetti vola sulla città su un Voisin.
Ma il fatto eclatante è la traversata delle Alpi effettuata da Chavez con un Bleriot simile a quello che ha superato La Manica. Qui le montagne valgono davvero quanto il mare quale ostacolo vinto a favore di tutti coloro che volano e voleranno. Non più per il pilota peruviano, che perde la vita e guadagna un’ode, dedicatagli due mesi dopo da Giovanni Pascoli, bellissima scrivono gli storici della letteratura, e una poesia di Buzzi che ne esalta l’azione, tanto grande da portarlo “a morire di gloria”. L’una e l’altra composizione sono significative per quel che qui ci interessa delle scritture e delle pitture, non il valore criticamente inteso ma il rilievo culturale.
PAGINA 13
Al Circuito Aereo di Brescia parteciparono i più celebri aviatori dell'epoca: il francese Louis Blériot, l'italiano Marco Calderara, l'americano Glenn Curtiss, ma anche alcuni dilettanti che non riuscirono neppure a decollare e persino un dirigibile. Le gare durarono alcuni giorni, articolate in varie prove, e videro alla fine il trionfo di Curtiss. Fu un enorme successo di pubblico e di stampa, con cronisti d'eccezione, quali Franz Kafka e il suo primo biografo Max Brod, o Luigi Barzini. Tra gli spettatori, scrittori e musicisti come Gabriele d'Annunzio, Giacomo Puccini e Arturo Toscanini.
Peter Demetz, professore emerito di letteratura tedesca comparata presso Yale University.
Visita gli altri siti del Circolo del 72
Testo di: Fortunato Minniti, da: L'Aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale, Atti del Convegno, Roma 21-22 novembre 2007