Solo i futuristi furono in grado di cogliere appieno le istanze di modernità insite
non solo nella nuova sfida del volo, ma, genericamente, della scienza in senso lato. Infatti, quando, all’inizio degli anni Dieci,
Marinetti “lanciava” i suoi primi proclami teorici e programmatici, i manifesti futuristi, le manifestazioni della fase pionieristica
dell’aviazione erano già divenute popolari anche in Italia, richiamando sui prati di periferia delle principali città, migliaia di curiosi che con il naso all’insù ammiravano quelle prime, incerte, evoluzioni
di apparecchi realizzati in legno di balsa, cartone e pelle. Infatti, dopo i voli dimostrativi di Delagrange, nel 1908, erano sorti un
po’ dappertutto vari “concorsi” aerei, ovvero raduni con dimostrazioni ed evoluzioni definite “acrobatiche”: a Brescia nel 1909, a
Milano, Verona, Firenze e Palermo nel 1910, a Torino nel 1911, solo per citarne alcuni. Così quei primi, traballanti, aeroplani ben
presto soppiantarono anni e anni di tradizioni aerostatiche, e in un attimo i grandi e policromi palloni alla “Montgolfier” furono
spediti in cantina. Tuttavia il Futurismo forse non era completamente pronto in questo slancio verso il cielo e verso il futuro, nel
senso che in un primo momento tutto questo fervore aviatorio filtrò nel Futurismo quasi esclusivamente nell’ambito letterario,
rimanendone invece la pittura pressoché indenne da ogni influenza, forse perché troppo impegnata, all’epoca, nella definizione di
uno stile “proprio”. Il Futurismo, infatti, nel suo bruciare tappe e tempi, spesso lanciava troppo avanti il sasso delle sue
provocazioni, o delle sue invenzioni.
Tra queste, appunto, la pittura futurista che fu annunciata ben prima che uno stile futurista
vero e proprio fosse stato delineato sulla tela. E, di fatto, la prima stagione futurista, che va dal 1909 al 1915, da un punto di vista
pittorico fu essenzialmente Boccioni-centrica, nel senso che la prorompente personalità di Umberto Boccioni ne condizionò
pesantemente uno sviluppo più polifonico. Continua la lettura dell'articolo
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Testo tratto da: Futurismo. Progresso. Volo di Maurizio Scudiero